RITA MASCIALINO: ‘RIFLESSIONI SULLE VESTIGIA DELL’IMPERO DI CARLO MAGNO NELLA STRUTTURA GENERALE DELL’UNIONE EUROPEA’

Studio apparso sulla Rivista Culturale OCEANONEWS (Bari), Direttore Vito Massimo Massa, Caporedattore Maria Teresa Infante La Marca, 2024.

Rita Mascialino, 2018, La Valletta Brianza, Presentazione di Pietre d’inciampo del poeta Paolo Menon, organizzatore lo studioso e giornalista  Claudio Pina.

“Vestigia dell’Impero di Carlo Magno nella struttura generale dell’Unione Europea”
di Rita Mascialino

“Le tracce del passato non sono facilmente estinguibili ed è interessante vedere come esse si ripresentino, sebbene spesso sotto inconsce mentite spoglie, ossia siano ancora o forse sempre attive secondo la storia dei popoli. Approfondendo globalmente – senza entrare in dettaglio – la struttura dell’Unione Europea dei popoli, balzano all’osservazione tracce dello scheletro profondo di detta Unione con l’organizzazione medioevale carolingia a piramide. Carlo Magno (742 (?)-814 Aachen, Aquisgrana, nel Rheinland-Westfalen, regione tedesca al confine tra l’altro con il Belgio), fu re dei Franchi, una delle stirpi germaniche, e imperatore dell’Impero Carolingio o Sacro Romano Impero (Roma, 800) e fu colui che strutturò più ampiamente e potentemente il sistema feudale, già presente nei concetti di ‘Ehre’ e ‘Treue’ verso il re, onore e fedeltà insuperabili, molto profondamente connotativi già della cultura germanica più antica. Ricordando lo scheletro dell’organizzazione sociopolitica dell’Alto Medioevo e detto per più che sommi capi: in scala gerarchica, i vassalli erano persone potenti, nobili o ecclesiastici, che giuravano fedeltà a nobili o prelati ancora più potenti di loro, in genere re o imperatori o alte cariche religiose in cambio di benefici materiali e privilegi; i valvassori, meno potenti, erano vassalli di vassalli e i valvassini, di scarso valore, erano vassalli di valvassori, tutti legati da vincoli di giuramenti in cui l’onore consisteva nel tener fede ai giuramenti di più o meno esplicita sudditanza. Restavano fuori da gerarchie di tal fatta i contadini e gli artigiani, infine veniva il popolo più diseredato ai limiti della sopravvivenza. Si trattava di un sistema sociopolitico che si reggeva su alleanze finalizzate a creare maggiore stabilità tra i vari regni, ducati, contee, marchesati, baronie e simili che, riuniti grazie ai vassallaggi sotto più potenti sovrani che elargivano privilegi e simili a coloro che si facevano vassalli e così via in una rete di alleanze e sudditanze di diverso rango, potevano forse resistere meglio al nemico: l’unione fa la forza, dice un vecchio o anche vecchissimo adagio pare derivato dal latino ‘viribus unitis’ e da altro. Tale sistema non democratico a base di preferenze e clientele fu abolito ufficialmente dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese all’insegna del grande Maximilien de Robespierre. Ora non è cosa troppo ardua vedere che lo scheletro di tale sistema sociale e politico di antica origine e in auge soprattutto dall’Alto Medioevo con Carlo Magno, sopravviva ancora oggi nelle democrazie sebbene sbiadito, ma riconoscibile nella corrispondenza ai diversi livelli feudali. Facciamo un esempio analogico con la più democratica Unione Europea di popoli ovviamente tutt’altro che feudale, in cui si possono notare resti di vestigia medioevali nella strutturazione del potere democratico. Sempre riferendoci direttamente all’Unione Europea, il vertice, senza il quale nessun gruppo anche di due sole persone può funzionare, è costituito da presidenti eletti a rotazione democratica, non dinastica. Appare comunque evidente una certa foscoliana corrispondenza d’amorosi sensi tra Francia e Germania con la Francia vassalla privilegiata della più potente Germania, come andiamo a vedere per qualche particolare. Le tre lingue di lavoro o ‘Arbeitssprachen’ della Comunità Europea sono il francese, l’inglese e il tedesco, le lingue più importanti per così dire, quelle che si usano in tutte le circostanze di lavoro e di comunicazione; togliendo l’inglese, che è la lingua della comunicazione mondiale, restano appunto il francese e il tedesco. Va ricordato, opportunamente, che la madre dell’imperatore del Sacro Romano Impero, appunto il tedesco Carlo Magno, e moglie di Pipino il Breve, era Berthe de Laon, Alta Francia, celebre anche come Berthe au grand pied, Berta dal gran piede o dai gran piedi o anche, con il regolare accrescitivo della lingua italiana: la Piedona, alias Bertrada di Laon, appartenente alle altissime sfere di potere. Un Carlo Magno quindi a metà, per così dire genitorialmente, tra la Francia e la Germania, un po’ come l’attuale capitale dell’Unione Europea, Bruxelles, che è stata posta – in ricordo, non si sa se conscio o inconscio, comunque amorevole dei casati nell’Alto Medioevo e per senso di giustizia – proprio tra la Francia e la Germania, così come il cuore dell’antico imperatore Carlo Magno si divideva tra la madre e il padre, territorialmente tra la Francia e la Germania. Quanto all’Italia, malgrado la sua posizione geografica di cosiddetta signora del Mediterraneo e sede dell’incoronazione di Carlo Magno a imperatore avvenuta grazie a Papa Leone III a Roma, essa starebbe, ovviamente secondo le vestigia rinvenute di cui sopra, solo tra i meno importanti valvassini, sudditi dei valvassori e dei vassalli, in cambio non di privilegi o benefici più rilevanti, bensì di prestiti rilevanti da restituire all’Impero, come proprio oggi avviene con l’Unione Europea, sempre permanendo nelle vestigia in analogia con la struttura politico-sociale medioevale carolingia. Pare di fatto, che l’Unione Europea conceda prestiti, per così dire, a chi si comporti bene, ossia obbedisca fedelmente alle opinioni di chi conta di più, mi pare che più o meno siano sempre soprattutto i tedeschi a dare il là quali magnifici direttori di orchestre sinfoniche – i tedeschi eccellono nella composizione di musica sinfonica – , se non sbaglio ovviamente: ‘errare humanum est’, locuzione tratta in libera traduzione, ma comunque fedelissima nel significato, da Cicerone (Arpino 106 a.C.-Formia 43 a.C.) nelle celebri ‘Filippiche’ sferrate contro Marco Antonio nel 44. Certo, i legami di sangue sono più importanti di ogni altro tipo di legame, bisogna riconoscerlo, per cui noi possiamo – o non possiamo? – dire che i Romani sono i diretti avi degli italiani, per altro anche loro hanno avuto un grande Impero rafforzato da un sistema di Stati cosiddetti ‘clientes’, clienti – quasi come nel sistema feudale tedesco, si fa per dire. Forse le vestigia medioevali nell’Unione Europea possono riferirsi come loro antica origine proprio agli Stati clienti di Roma con cui hanno qualche analogia, magari un po’ sbiadita. Per aggiungere una ulteriore somiglianza tra Impero Carolingio Medioevale e struttura dell’Unione Europea: la sede dell’Impero di Carlo Magno era itinerante, la spostava secondo l’opportunità, così – sul piano dell’analogia – anche la sede del Consiglio, delle varie Commissioni e Delegazioni e quant’altro non si trovano solo a Bruxelles, ma anche a Lussemburgo, Strasburgo e altrove.
Chissà, le vestigia sono oggetto di ardue ricerche archeologiche, preistoriche e storiche, qui si è dato solo uno spunto per la riflessione critica. Anche l’Europa democratica può essere sottoposta, per qualche aspetto, al giudizio dei cittadini come è criticabile culturalmente e storicamente anche l’operato dell’Imperatore Carlo Magno – che per altro pare sapesse leggere ed è sicuro che non sapesse scrivere -, il quale risolveva attraverso lo strumento della guerra ogni problema sorto con la dissidenza dei popoli, ma appunto: all’epoca si trattava di un Impero feudale con governo assolutistico, non di una democrazia che dispone di altri strumenti.
Per concludere il breve excursus, pare che l’Italia, del passato dell’Impero Romano, abbia conservato non più gli Stati clienti, bensì sia diventata essa stessa un cliente – o un valvassino, democratico si intende e sempre restando nell’ambito di possibili vestigia.”
RITA MASCIALINO


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