MASCIALINO, R., SULL’UNIONE EUROPEA: PERPLESSITÀ, SE È LECITO ESPRIMERLE

MASCIALINO, R., SULL’UNIONE EUROPEA: PERPLESSITÀ, SE È LECITO ESPRIMERLE

“L’Unione Europea non è formata da popoli parlanti nella grande maggioranza una sola lingua, ma da popoli parlanti lingue diverse e con una storia diversa alle spalle. Le poche perplessità che vorrei esprimere riguardo all’Unione non sono di ordine giuridico, per il quale non ho competenze sistematiche, bensì sono di ordine culturale. Si riferiscono soprattutto alle Raccomandazioni e ai Pareri, che vengono esternati e divulgati con frequenza periodica dai vertici europei, ma che non hanno valore di Leggi e non sono pertanto vincolanti.
Lascio quindi stare le Direttive, vincolanti, o Leggi Quadro relative ai principi programmatici di ordine generale dell’Unione, le quali devono comunque essere inserite nei codici di ciascun Paese entro termini stabiliti; i Regolamenti, vincolanti, che valgono in tutta l’Unione subito e direttamente all’emanazione; le Decisioni, vincolanti, specificamente relative a un singolo Stato o l’altro, a vari soggetti e anche a persone singole, anche senza l’esplicitazione di coloro cui vengano rivolte, Leggi con cui, anche se non entro nel merito come sopra, non concordo sempre. Quanto alle Raccomandazioni e ai Pareri, tali iniziative danno inevitabilmente al governo della UE – non interessano qui considerazioni riguardanti governi diversi – l’antica e non graditissima tonalità dei governi paternalistici, dei consigli del buon papà che ritenevo non dovessero mai più presentarsi all’orizzonte nei regimi democratici, post Seconda Guerra Mondiale – per altro un buon papà straniero che parla mi pare tedesco. I popoli, almeno quelli cosiddetti Occidentali, non sono più preilluministici e medioevali, bensì si sono guadagnati il diritto di essere ritenuti in grado di decidere, nell’osservanza delle Leggi, come meglio credono l’impostazione da dare alla propria vita nel proprio Paese, nel proprio territorio, devono pertanto essere liberi da raccomandazioni e pareri governativi per di più dato da Pesi stranieri, ossia divulgati dall’alto – bastano e avanzano le Leggi che ovviamente si possono democraticamente e in trasparenza cambiare in positivo quando giudicate non più consone ai tempi e alle esigenze dei popoli appunto. Per altro, se è vero che tali Raccomandazioni e Pareri non sono vincolanti, è altrettanto vero che abbiano comunque o possano avere, proprio perché non vincolanti, un enorme effetto di persuasione su tutti gli individui, sui popoli anche non europei, questo nell’era dei democratici social. Ciò pone il governo dell’Unione Europea sul piano di un influencer che, del tutto legittimo tra i social media in tutto il mondo, non lo è per niente da parte di un governo democratico. Anche altri governi non europei, democratici e non, danno consigli a destra e a manca, ma qui, ribadisco, mi riferisco al governo dell’Unione essendo io cittadina europea e avendone perciò diritto. Esempio, non unico ovviamente: il consiglio di non mangiare un cibo o l’altro perché nocivo alla salute, non è accettabile, tanto più che è assolutamente certo quanto poco possa interessare all’Unione Europea la salute dei suoi cittadini che non può salvare raccomandando un cibo o l’altro, ciò che assomiglia per altro più a un consiglio commerciale che sanitario. Ci sono guerre vicine e industrie anche europee, centrali tedesche a carbone che in previsione, pare, saranno, quasi certamente, chiuse secondo i programmi del governo tedesco e quanto divulga l’informazione giornalistica nel merito, se sarà possibile già con il 2030, le quali centrali inquinano e danneggiano ben più di una pizza o di un formaggio. In tutta questa poca coerenza la cosa certa è che le Raccomandazioni e i Pareri della UE possono servire come forte strumento di persuasione – non di convincimento, ciò che si propone in discussioni logiche sui fatti e sulle idee e non con consigli vari –, così da preparare comunque il più adatto humus mentale per l’accettazione di vere e proprie future leggi vincolanti. Mi piacerebbe da cittadina illuministica far parte di un’Unione Europea che lasciasse tale metodo di Raccomandazioni persuasive alle prediche dei Santi Padri, ciò che li riguarda direttamente come loro diritto di predicare ai popoli. Per chiarire: nell’UE ci sono singoli Stati con storia e lingue diverse che vogliono, come è loro diritto democratico, preservare proprie identità storiche, per così dire la propria personalità – l’Internazionalismo e la Globalizzazione sono belle cose quando restano a livelli accettabili, oltrepassando i quali possono non piacere a tutte le culture, democratiche e non, ciò per cui non ci deve essere nessuna forma di più o meno aperta imposizione al proposito. Nutro qualche perplessità non solo sulle Raccomandazioni e i Pareri che piovano dall’alto dei vertici europei, ma anche, come anticipato, sulla speciale natura dell’Unione. L’Unione Europea ha già avuto altri nomi nella sua lodevole ricerca di un’identità chiara e trasparente. Chissà come mai non è stata creata una Confederazione di Stati Sovrani, un’alleanza tra Stati Europei che conservassero ciascuno le proprie prerogative storiche identitarie pur osservando Leggi europee ad hoc sulla sicurezza, sulla difesa, su principi democratici inderogabili e trasparenti, altro. Sono un’appassionata delle reciproche diversità dei popoli prodotte e custodite dalle loro lingue e dalla loro storia, dalla loro cultura, le trovo una ricchezza insuperabile pur nell’inevitabile processo di globalizzazione in atto. Un processo che deve essere però contenuto e, ripeto, non deve livellare popoli diversi, parlanti lingue diverse e aventi storia diversa, identità diversa che secondo me, cittadina europea e fiera di questa cittadinanza democratica, deve essere protetta, certo non sul piano dell’isolazionismo, cosa per altro non solo non auspicabile, ma più o meno impossibile a realizzarsi oggi, tuttavia da mantenere senz’altro entro determinati limiti non valicabili, come un massimo valore. Chissà che non sia giunto il momento di pensare a una nuova forma da dare all’Unione a vantaggio di una maggiore chiarezza e trasparenza delle finalità e di una accettazione delle diverse identità dei popoli facenti parte di essa, delle diverse idee purché rientranti nell’ambito della democrazia. Se la democrazia viene imposta, non è più democrazia, ma dittatura più o meno mimetizzata, magari anche con raccomandazioni varie e questo non è senz’altro la natura dell’Unione che deve solo diventare a mio giudizio più democratica e trasparente ancora, questo per evitare futuri mali possibili, e magari cessare anche i paternalismi, insopportabili qualora gestiti da un Governo, lasciandoli a chi di dovere, ai Papi, per definizione padri dell’umanità.
Rita Mascialino

‘Studio Fotografico Valentina Venier’ Udine



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