Linguaggio e significato – Una prospettiva evoluzionistica. Parte II, L’oggettività del significato, Conclusione, 124, 125, 127
Da Mascialino, R., (2009) Linguaggio e significato – Una prospettiva evoluzionistica. Padova: Cleup Editrice Università di Padova: Parte II, L’oggettività del significato, Conclusione, 124, 125, 127.
“(…) L’Ipotesi Spaziale, di cui nella Seconda Parte del saggio sta una sintesi di ordine generale, rivaluta l’enorme potenzialità del linguaggio di parole per l’espressione di significato oggettivamente identificabile, quindi anche per l’estrinsecazione del mondo inconscio che si rivela come forziere ricco di esperienza ereditata, antichi di miliardi di anni, ricco di esperienza spaziale (…) programmata previamente sul piano inconscio delle aree motorie o per così dire spaziali e solo dopo affiora alla consapevolezza, un piano inconscio dal quale il conscio emerge freudianamente come la punta dell’iceberg (…) Certo, come consiglia Richard Rorty relativamente al significato del linguaggio in generale ed in particolare del linguaggio del testo letterario di fantasia, artistico, il quale è il più complesso per via della mole di simboli che la fantasia reca con sé, è impresa più conveniente, perché molto più facile e in armonia con la possibile imposizione a critica delle proprie idee, inventare interpretazioni secondo il proprio estro e senza sottoporle a falsificazione, senza doverle giustificare, senza darne democraticamente ragione agli altri, senza affannarsi a ricercare significati oggettivi, un oggettivo tasso di s scientificità. In tal modo si perde senz’altro poco tempo, si fatica anche poco, si espongono spesso idee che piacciono per vari motivi staccate ovviamente dal dovere di reggere, ma con ciò non si lavora per la conoscenza, non si porta nessun vantaggio alla ricerca scientifica sul significato del linguaggio, della cultura umana. Non si aiuta neanche il pubblico ad avvicinare l’arte espressa in parole nei testi letterari (…) Ci sono interi mondi della fantasia e dell’immaginazione, dell’arte, che vanno esplorati daccapo, munendosi di strumenti più consoni di quello pragmatico che si rivela ormai arcaico e comunque del tutto inadeguato a cogliere il significato del linguaggio. Uno di questi strumenti più consoni, fondamentale, risulta essere quello rappresentato dall’Ipotesi Spaziale di prospettiva evoluzionistica (…)”.
Rita Mascialino