Dalla Tesi di Laurea Specialistica in ‘Scienze Preistoriche’
Dalla Tesi di Laurea Specialistica in ‘Scienze Preistoriche’: “Antropologia culturale: L’Ipotesi Spaziale evoluzionistica di Rita Mascialino per una semantica del linguaggio su base oggettiva”
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Università di Ferrara.
Relatore chiar.mo prof. Carlo Peretto, Laureando Massimiliano Boscolo.
Anno Accademico 2011-2012, discussione 20 dicembre 2012.
p.131:
“(…) L’Ipotesi Spaziale consente sul piano oggettivo e scientifico di andare oltre i limiti posti nell’indagine linguistica del livello storico, raggiungendo la visione delle radici dei comportamenti umani che poi si rifletteranno nel linguaggio, mentre specificamente nel linguaggio dà come abbiamo visto i mezzi per attingere su base oggettiva i significato consci e inconsci che il linguaggio convoglia come spazialità dei referenti cui esso si riferisce inevitabilmente.
Come abbiamo visto nella corposa Parte Prima o pars destruens di questa tesi (…), l’Ipotesi Spaziale si pone esplicitamente in opposizione alla libertà interpretativa la quale non dà ragione del significato oggettivo trasmesso nel linguaggio e soprattutto farebbe, come di fatto fa, del linguaggio un prodotto non funzionale e pertanto del tutto inutile dell’evoluzione, prodotto che la selezione naturale, se fosse stato inutile, avrebbe alla fine scartato come inefficiente, uno scarto per così dire che al contrario è stato selezionato dall’evoluzione e si è sviluppato dimostrando così di non essere uno scarto come qualcosa in balìa della soggettività può essere, bensì di essere lo strumento principe, finora, dell’adattamento vincente alla vita. Anche diverse specie di uccelli ad esempio avrebbero la possibilità di formulare parole, linguaggio, ma tale possibilità non è stata appunto selezionata naturalmente essendo essa inutile nel contesto di animali che non possono produrre tecnologia, cultura avanzata – sarebbe impossibile ad un uccello, se per assurdo potesse parlare, recarsi in biblioteca e maneggiare libri, penne e quant’altro. Grazie al linguaggio sviluppato dai Primati bipedi e dotati di mani che si sono raggiunti i livelli scientifici attuali in tutte le discipline, livelli ai quali uno strumento in mano alla libertà interpretativa soggettiva non avrebbe mai potuto condurre né ha mai condotto. Il linguaggio, visto attraverso il filtro dell’Ipotesi Spaziale, è il più grande strumento finora sviluppato dagli umani per l’adattamento migliore alla vita, non solo come mezzo principe della ricerca scientifica, ma anche come strumento impareggiabile di memoria della vita dai primordi ai giorni nostri come si può constatare soprattutto dalla presenza dei simboli che esso convoglia.”
p. 132-133
“Per quanto riguarda il giudizio complessivo dello scrivente sull’Ipotesi Spaziale, lo scrivente ne condivide tutti i tratti per come li ha compresi dagli studi pubblicati dalla Mascialino e attraverso la costante intervista approfonditiva e chiarificatrice con la studiosa durante la stesura di questa tesi. In particolare mi voglio soffermare a conclusione di questa tesi sperimentale, sulla comprensione del significato dell’arte per come essa è possibile con l’Ipotesi Spaziale. Alla luce delle applicazioni di tale Ipotesi Spaziale alla comprensione del significato dei simboli contenuti nel linguaggio della fantasia letteraria, il più ricco di simbologie che secondo la Mascialino derivano la loro origine da molto lontano e delle quali la fioritura storica è solo la parte più di superficie, alla luce dunque di ciò i prodotti dell’arte della parola in qualità di poesia in tutti i suoi generi, aprono mondi che a giudizio dello scrivente vale la pena di conoscere (…) Parlando con la Mascialino, la studiosa mi ha detto che sarebbe il momento di dare l’avvio ad un Secondo Umanesimo Italiano che, adeguato alle conoscenze che oggi la scienza ha dato agli umani come risultati di una ricerca di circa sei secoli dall’opera di Leonardo Bruni sulla interpretazione e traduzione del testo letterario De interpretazione recta (1410), sarebbe molto più incisivo e ricco di conseguenze positive del Primo Umanesimo Italiano. Questo Secondo Umanesimo Italiano (…) darebbe in aggiunta possibilità maggiori allo sviluppo della democrazia in ambito culturale, maggiori possibilità di approfondimento oggettivo della cultura umana e permetterebbe ai lettori di opere letterarie e critica letteraria il giovamento che essi si attendono e sperano di ricevere da esse. Per altro solo dove si identifica e si rispetta il significato del linguaggio, lì può regnare una maggiore giustizia e la giustizia è il fondamento di una società equilibrata, democratica.”